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Dottoressa Floriana Crispo

Biologa nutrizionista

Sono Floriana Crispo, una biologa nutrizionista.

In questa sezione potrai visionare il mio curriculum, le mie esperienze professionali e le testimonianze dei miei pazienti.

Ho deciso di fare questo lavoro perché io per prima ho indossato le vesti di paziente, dunque comprendo appieno chi si siede dall’altra parte della scrivania del mio studio.

Per questo motivo, vorrei che conoscessi la mia storia.

Dottoressa Floriana Crispo, Biologa Nutrizionista a Roma Magliana/Monteverde

La mia formazione:

  • Iscritta all’Ordine Nazionale dei Biologi
  • Master universitario di I° livello “Alimentazione per la salute, il benessere e lo sport” presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore – Facoltà di “Medicina e Chirurgia” – Policlinico Agostino Gemelli, Roma
  • Laurea magistrale in “Biologia della nutrizione” presso la Scuola Politecnica e delle Scienze di Base – Dipartimento di Biologia presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II
  • Laurea triennale in “Biologia generale e applicata” – Facoltà di “Scienze Matematiche Fisiche e Naturali” presso l’Università degli studi di Napoli Federico II

Esperienze professionali:

  • Nutrizionista presso Studio medico sito in Via Petrarca n.173, Napoli – dal 2016 a oggi
  • Nutrizionista presso Studio privato sito in Circonvallazione Gianicolense n.214, Roma – dal 2022 a oggi
  • Nutrizionista presso Studio medico sito in Via Pescaglia n.10, Roma – dal 2023 a oggi

Alcune testimonianze dei miei pazienti

✍🏻 La mia storia

Sono nata a Napoli il 22/08/1983 pesando 3,600 kg ed essendo, dunque, già “in carne” come si suol dire.

I problemi di peso mi hanno inseguita per buona parte della vita, finché non ho trovato una soluzione

La MIA soluzione.

Fin da piccola non ho mai fatto problemi a mangiare, mi piaceva tutto e avevo una passione per i dolci che conservo ancora oggi. Ero conosciuta come una “buona forchetta” e, di conseguenza, ero sempre stata una bambina un po’ in carne. Tuttavia, a quell’età, non mi preoccupavo dell’estetica e non mi importava se ero magra o grassa. Se mi piaceva qualcosa, la mangiavo senza pensarci due volte.

I complessi sono iniziati durante l’adolescenza. Ho sempre avuto amiche belle e magre, mentre io mi sentivo brutta e grassa. Venivo presa in giro e mi chiamavano “chiattona”. Ogni volta che sentivo quella parola, mi faceva male e mi sentivo colpita nel profondo. A volte, proprio per evitare il giudizio, non volevo nemmeno uscire.

Questi episodi di bullismo mi facevano soffrire e hanno alimentato i miei complessi. Difatti, oltre a sentirmi brutta, mi sentivo stupida e inferiore agli altri. Pensavo che tutti fossero migliori e più belli di me.

Così ho iniziato il mio viaggio tra i dietologi.

Il primo dietologo mi ha prescritto una dieta standard: una colazione con latte e fette biscottate, uno spuntino a base di frutta, un pranzo con 60 grammi di pasta e secondo e una cena con pane, secondo e contorno.

In realtà, quella era solo una dieta “preconfezionata”, ma a quell’età non capivo ancora molto di nutrizione e mi affidavo ciecamente al dietologo, considerandolo una figura più esperta di me.

Ho seguito quella dieta e ho perso 7/8 chili. Ero felicissima e mi sentivo migliore, finalmente avevo un po’ di fiducia in me stessa che mi mancava da tanto tempo o forse che non avevo mai avuto.

Ma dopo un po’, i problemi sono tornati e ho ripreso tutti i chili persi! Mi sentivo di nuovo male e l’autostima era ai minimi.

Perciò, ho pensato di cambiare dietologo, convinta che quella dieta non fosse adatta a me.

Altro dietologo

Questa volta è andata meglio: niente più diete “preconfezionate”. Il nuovo dietologo mi ha fornito semplicemente la quantità di calorie da assumere quotidianamente (circa 1400/1600 kcal) e mi ha dato un album dove erano elencati molti alimenti con le rispettive calorie contenute al loro interno. C’era di tutto: dai biscotti della prima colazione, alla cioccolata, la pizza, la pasta, i cornetti, ecc.

Ero contentissima!

Avevo solo 18 anni, ero sempre di “buona forchetta” e mi stavano dicendo che potevo mangiare di tutto, bastava solo che contassi le calorie.

Quindi ho seguito questa dieta con entusiasmo e ho perso perfino 10 chili! Mi sono sentita benissimo come mai prima d’allora, l’autostima era alle stelle!

Purtroppo, però, il sogno è stato di breve durata: in poco tempo ho riacquistato tutti i chili persi!

Naturalmente è tornato il malessere: non mi vedevo bene fisicamente e l’autostima era a terra. Ne stavo risentendo anche a livello psicologico: mi sentivo sempre più una stupida che non era in grado di fare niente, perennemente insicura, inferiore a tutti. Ero solo brutta, grassa e non sapevo fare niente.

Tornando al dimagrimento, questa volta però la mia mente si è illuminata: ho iniziato a capire che per dimagrire non serve fare solo un semplice calcolo delle calorie. Ma avevo solo 18 anni, era troppo presto per capire certi meccanismi.

Nel frattempo, ho preso la maturità scientifica e mi sono trovata di fronte a una delle prime scelte più importanti della vita: la scelta dell’università, la scelta del mio futuro!

Volevo capirci di più sulla nutrizione, desideravo perdere peso, liberarmi dal senso di malessere e, nel futuro, essere in grado di assistere anche gli altri in questo percorso

Quindi ho scelto di studiare Biologia della Nutrizione presso la Federico II di Napoli e sono stata felicissima. Sognavo di diventare nutrizionista un giorno!

Ma non tutto è stato facile e spensierato.

Anche durante i primi anni di studi universitari, il corso di Biologia della Nutrizione sembrava solo un nome. Mi sono ritrovata a sostenere esami completamente estranei alla nutrizione; tuttavia, nonostante qualche difficoltà, sono riuscita a superarli. Il primo anno si è concluso con esami “brutti”.

In seguito, sono arrivati finalmente gli esami interessanti, quelli di nutrizione che mi piacevano. Li ho superati facilmente e con buoni voti.

Ma presto le difficoltà sono tornate. Purtroppo, non sono riuscita a superare facilmente alcuni esami! Quando non riuscivo a superarli, vedevo svanire il mio sogno di diventare nutrizionista.

Sono sempre stata una persona molto insicura, e questa situazione ha peggiorato la mia autostima. Mi sentivo stupida, non riuscivo a superare facilmente questi esami e non mi sentivo capace di fare nulla. Non riuscivo neanche a studiare.

Questo stato d’animo negativo si è riflettuto anche sulla mia salute fisica. Con l’umore a terra, non riuscivo nemmeno a seguire una dieta corretta. Mangiavo in modo disordinato, senza curarmi della qualità del cibo che ingerivo. Sicuramente non era sano: cioccolata, merendine, dolci, pizze.

Insomma, la mia unica consolazione era il cibo.

Non avevo nemmeno voglia di uscire, anche se i miei amici mi invitavano. Mi sentivo sempre abbattuta, non sarei stata una buona compagnia e, oltretutto, mi ritenevo brutta e grassa, quindi neanche mi guardavano. Cosa avrei fatto uscendo?

Trascorrevo le giornate chiuse in casa, l’unica uscita era una breve passeggiata con il mio cane.

Insomma, con poca attività fisica, un’alimentazione disordinata e di scarsa qualità, il risultato era evidente: il peso aumentava sempre di più, mi sentivo sempre più brutta e insicura, sempre chiusa in casa e stavo per interrompere i rapporti con le persone.

Ma questa situazione mi faceva stare male ed era diventata insostenibile. Dovevo fare qualcosa per uscirne.

Allora mi sono rimessa a studiare e mi sono affidata a Dio. Non l’ho menzionato prima, ma sono sempre stata una persona piuttosto credente e, soprattutto nelle difficoltà, ho sempre trovato conforto in Dio! Per Dio nulla è impossibile!

Finalmente ho superato quegli esami! La mia autostima si è rialzata: forse non ero così stupida come credevo.

Così, con un po’ di autostima, ho ripreso la dieta e ho iniziato a perdere i chili accumulati in quel periodo.

Dopo aver superato questa prova, ho affrontato gli altri esami con relativa facilità e alla fine mi sono laureata in triennale!

Ma non è finita qui!

Per diventare nutrizionista, era necessaria la laurea magistrale, quindi altri due anni di università. Non potevo fermarmi qui: mi sono rimessa a studiare per altri due anni!

Gli anni della specialistica non sono stati così difficili come quelli della triennale, anche se ho avuto qualche piccola difficoltà. Tuttavia, dal punto di vista emotivo, ero spesso triste e abbattuta. Facevo pochissima vita sociale, uscivo raramente. Ero come si dice, “casa e chiesa”. Volevo e dovevo studiare, dovevo lasciare quell’università.

Con questa vita sedentaria è inutile dire che ingrassavo sempre di più. Non mi piacevo, ero brutta e grassa, ed è proprio per questo motivo che non volevo uscire. Tutte le mie amiche erano belle e magre, avevano relazioni serie e durature, mentre io avevo solo qualche breve storiella, niente di serio e duraturo. Pensavo che l’amore della mia vita non sarebbe mai arrivato, poiché mi consideravo brutta e grassa, e nessuno mi guardava.

Nel frattempo, ho completato gli anni della specialistica e finalmente ho conseguito la laurea magistrale!

Il sogno di diventare nutrizionista sembrava realizzarsi, eppure mancava ancora qualcosa: l’esame per l’abilitazione.

Mani di una donna che sorreggono un metro per misurare pancia e fianchi
Cagnolino nero con sguardo dolce seduto dietro un tavolo di marmo su cui si intravede in primo piano una torta tagliata

Ma da "brutta e grassa", come faccio a fare la nutrizionista?

Quindi ho dovuto mettermi a dieta assolutamente. Purtroppo, nonostante fossi laureata in Biologia della nutrizione, l’università mi ha insegnato ben poco. Avevo imparato la teoria, ma sapevo ben poco su come strutturare una dieta da sola.

Così ho ripreso in mano quel famoso libro delle calorie che mi aveva dato un dietologo, una persona esperta nel campo.

Ho ricominciato la dieta, perdendo 7/8 chili e riprendendoli tutti ben presto. Anzi, quella volta ne ho rimessi molti di più e sono arrivata a un peso mai avuto prima!

Mi sentivo brutta, grassa, con l’autostima a terra. Mi sentivo di nuovo stupida e incapace di fare qualsiasi cosa. Mi sentivo inferiore agli altri: tutti sembrano più bravi e più belli di me.

Ma soprattutto, sentivo che una nutrizionista non poteva essere così.

Dovevo fare qualcosa. Le diete del passato non funzionavano, o meglio, funzionavano solo nel breve termine ma non nel lungo termine e dovevo capire il perché, nonostante conoscessi solo la teoria e poca pratica. Quindi dovevo formarmi ancora di più. La laurea, per quanto sofferta, non bastava più.

Così, cercando su internet, ho trovato un master a Roma presso una delle università più importanti d’Italia: l’Università Cattolica del Sacro Cuore. Ho fatto il test d’ingresso e sono stata accettata!

Da una parte ero felicissima. Nonostante fossi laureata, mi sentivo sempre insicura e incapace di fare qualsiasi cosa. Essere ammessa a quel master rappresentava per me una piccola soddisfazione.
Dall’altra parte, ero un po’ indecisa se partire o meno. L’idea di stare lontana da casa e da Napoli mi spaventava, ma era un’occasione a cui non potevo dire di no. Per cui, ho deciso di partire.

Il master si è rivelato bellissimo e molto interessante. Ho imparato tantissime cose. Finalmente ho capito (in realtà avevo già dei dubbi) che per dimagrire non basta una semplice conta delle calorie. Sicuramente, per dimagrire, devi creare un deficit calorico, assumendo meno calorie di quelle che consumi, senza dubbio! Ma dietro questa cosa c’era un mondo, che per me era ancora del tutto sconosciuto!

Durante il master, i professori mi hanno iniziano a spiegare che per strutturare una dieta bisogna fare anche la ripartizione calorica dei macronutrienti: carboidrati, lipidi e proteine. Mi hanno insegnano qual è la ripartizione calorica standard: 50% carboidrati, 30% lipidi e 20% proteine. Solo dopo ho capito che si trattava della classica dieta mediterranea.

Quel periodo a Roma ha rappresentato per me un’esperienza molto bella e significativa, nonostante l’inizio traumatico. Sono arrivata da sola in una città enorme, e questo mi spaventava molto. Mi sentivo persa e insicura, ma ho sempre creduto che non si è mai soli, perché Dio è sempre con te!

Pian piano, ho cominciato ad ambientarmi. Anche la dieta è andata meglio. Abitando da sola, ho imparato a cucinare le cose giuste e a seguire una dieta adeguata. Ho persino cominciato a dimagrire e ne ero felicissima. Avevo voglia di continuare, specialmente perché qui a Roma ho conosciuto il mio attuale fidanzato. Volevo essere bella ai suoi occhi, ma la mia solita insicurezza mi faceva sentire poco attraente.

Intanto, mi mancava ancora l’esame di abilitazione, che ho sostenuto contemporaneamente al master. Fortunatamente, sono riuscita a superarlo. Teoricamente, arrivata a questo punto, ero pronta: laurea, esame di stato, iscrizione all’ordine, partita IVA aperta, tutto in regola secondo la legge. Potevo finalmente aprire il mio studio!

Così ho aperto lo studio mentre continuavo a frequentare il master. Mi stavo formando sempre di più e imparavo molte cose anche nella pratica. Il master prevedeva anche un tirocinio pratico presso uno dei più importanti ospedali d’Italia, il Policlinico Gemelli. Pensavo di essere preparata e di avere le capacità per aprire il mio studio.

Ho accolto i primi pazienti e ho iniziato ad applicare ciò che avevo imparato al master: la classica dieta mediterranea, convinta che fosse la scelta giusta.

All’inizio, i pazienti non sono stati tantissimi, ma pensavo che fosse normale averne pochi all’inizio. Fortunatamente, questi pochi pazienti sono dimagriti e sono tornati per i controlli, erano soddisfatti e io ero felice. Gli insegnamenti del master sembravano funzionare.

Sembrava andare tutto bene!

Tuttavia, questa situazione positiva è durata poco. Pian piano, i pazienti sono diminuiti e non si sono più presentati per i controlli. Inoltre, tra quelli che sono continuati a venire, è successo qualcosa di strano: il loro dimagrimento si è improvvisamente bloccato, nonostante abbiano seguito correttamente la dieta. Ero abbastanza sicura che tutti loro mi dicessero la verità e che avessero seguito correttamente la dieta, ma avevo ancora dei dubbi. Così ho deciso di provare la stessa dieta su di me, seguendo gli insegnamenti del master. Anche a me è successa la stessa cosa: dopo un po’ di tempo, il dimagrimento si è bloccato nonostante avessi continuato a seguire la dieta. Mangiavo poco, ma non sono riuscita a dimagrire. Mi chiedevo come fosse possibile!

Quindi, dopo mesi che ho aperto lo studio, le cose invece di migliorare sono peggiorate. I pazienti invece di aumentare diminuivano e quelli che avevo non riuscivano più a dimagrire.

È tornato l’abbattimento, lo sconforto. Dopo anni di sacrifici a studiare, laurea triennale, laurea magistrale, esame di stato, master, mi sono ritrovata con pochissimi pazienti.

Dovevo fare qualcosa per migliorare. Questa situazione mi abbatteva troppo. Non mi bastava più pensare che fosse l’inizio e che fosse normale avere pochi pazienti e che le cose sarebbero migliorate da sole.

Il tempo era passato e non era più l’inizio.

Inoltre, la stessa cosa è successa anche a me. Ho continuato con quella dieta, ma niente, l’ago della bilancia non si è mosso. Ho iniziato a fare un po’ di attività fisica e ho perso qualche chilo, ma poi mi sono bloccata di nuovo.

Così ho iniziato a capire che la dieta mediterranea e tutti gli insegnamenti del master non erano l’unico modo per far dimagrire. Hanno funzionato, ma solo fino a un certo punto. Ho capito che non ero così preparata come credevo e che avevo ancora tanto da imparare.

Così ho iniziato a fare vari corsi di formazione: mi si è aperto un mondo di tantissime diete e tantissimi metodi da applicare ai pazienti. Ho imparato tantissimi metodi (da usare anche in condizioni patologiche) e concetti che mi erano del tutto sconosciuti.

Ragazza tiene tra le mani un cocomero tagliato e lo posiziona davanti alla bocca per simulare un sorriso
Una serie di cibi freddi salutari messi in un piatto posto sopra a una superficie di legno accanto a fiori e altri attrezzi/ingredienti da cucina

Ed ecco che tra tutti questi metodi inizio a sentir parlare di "blocco metabolico" e ne rimango affascinata!

Mi è stato spiegato che dopo tanto tempo di restrizione calorica si può avere il cosiddetto “blocco metabolico”, un meccanismo in cui il corpo capisce di ricevere poca energia e tende a conservarla, mettendosi sulla difensiva. Quindi, esso conserva ciò che ha e non lo consuma, impedendo il dimagrimento nonostante l’apporto calorico limitato.

In un attimo ho iniziato a trovare risposte a domande che prima non sapevo gestire. Mi tormentavo perché sembrava impossibile che mangiando poco non riuscissi a dimagrire!

Ma ecco tutte le risposte!

Ho deciso di approfondire sempre di più questo blocco metabolico e ho iniziato ad applicarlo su di me stessa. L’ago della bilancia ha cominciato a muoversi e mi sono sentita meglio. Sembrava che il mio metabolismo stesse migliorando, dato che riuscivo a fare qualche sgarro senza ingrassare. Ho cominciato a vedermi meglio, forse come mai prima d’allora. Anche se c’erano ancora chili in più, ho sentito che il mio metabolismo stava migliorando.

Dunque, ho iniziato ad applicare questo metodo anche ai miei pazienti, e sono stati contentissimi. Difatti, hanno iniziato a vedere un piano alimentare diverso, non più la classica dieta mediterranea, e finalmente hanno ottenuto risultati duraturi. Il loro dimagrimento è durato nel tempo e finalmente hanno trovato una risposta alla tanto tormentata domanda: “Perché mangio poco e non dimagrisco?”

Dopo aver ottenuto la tanto attesa risposta, ho iniziato a creare il mio metodo di piani alimentari. Non mi piace chiamarli “diete”.

Fin da piccola ho sempre avuto la passione per la cucina e ho imparato a cucinare a 10 anni. Ho voluto unire la mia passione per la cucina al mio lavoro, inventando tante ricette gustose e facili da preparare, anche durante una dieta.

Queste ricette, ovviamente, sono state incluse nei miei piani alimentari e i pazienti sono stati felici. Finalmente hanno visto qualcosa di diverso, non più i soliti cibi monotoni come fette biscottate e marmellata, petto di pollo e insalata. Mi sono allontanata da questi piatti tristi che ti fanno abbandonare la dieta dopo tre giorni. Stare a dieta non significa mangiare senza gusto.

Nel frattempo, ho continuato a seguire questo metodo su di me. I chili sono diminuiti pian piano.

Ma poi è successa una cosa. A settembre del 2020 ho scoperto di essere incinta!

Dentro di me ho provato sensazioni contrastanti, è stato inaspettato. Sono stata contentissima da una parte, ma ho anche avuto tanta ansia e paura. Non mi sono sentita pronta a fare la mamma, ma solo dopo ho capito che non lo si è mai.

Tra le tante paure che avevo c’era quella di mettere tanti chili. Si sa che in gravidanza si ingrassa sempre, e io purtroppo partivo già da un sovrappeso. Fortunatamente sono riuscita a non mettere tanti chili, solo “7”, che nel mio caso erano già tanti.

Ed ecco che l’11 maggio 2021 è nata Maria Ludovica, mia figlia. È inutile dirvi la gioia immensa e indescrivibile.

Ma come solo una mamma può capire, i primi tempi non sono mai facili. Avevo tra le braccia una bimba neonata che dipendeva solo ed esclusivamente da me. Ero stanca, piena di ansia, paura e sbalzi d’umore. Non sapevo mai se stavo facendo la cosa giusta. Mi sentivo incompresa, come se non esistessi più, esisteva solo lei.

Ecco, mi sentivo esattamente così. Pensavo solo al suo bene e ho iniziato a trascurarmi. Ho cominciato a mangiare in modo disordinato, cose non sane, quando capitava. Spesso mangiavo cibo già pronto, non sano sicuramente.

Ho iniziato a pensare alle cose importanti della vita, non più alle stupidaggini, ma non pensavo a me stessa, pensavo solo a lei.

Risultato: sono ingrassata sempre di più, ma neanche me ne rendevo conto. Per me era importante solo il bene di mia figlia, avrei pensato a me in un secondo momento.

Ma arrivata a un peso che non avevo mai avuto, mi sentivo pesante e brutta. Non riuscivo a stare dietro a mia figlia, mi stancavo subito. E lei non meritava tutto ciò, perché è vero che la sua salute veniva prima di tutto, ma se non stavo bene io, neanche lei poteva stare bene.

Così ho ricominciato a prendermi cura di me stessa e ho iniziato a perdere chili. Ne ho ancora da perdere, e pian piano li perderò, non solo per il mio bene, ma soprattutto per il bene di mia figlia.

Ecco la mia storia!

Non finisce sicuramente qui, non mi sento ancora “arrivata e preparatissima”. La nutrizione è un campo in continua evoluzione, ci sono continui studi. Quindi sicuramente ho tanto e tanto ancora da imparare. Per questo motivo faccio e farò sempre corsi di aggiornamento, non si finisce mai di imparare.

Se ho scritto la mia storia è per farti capire che sono la prima a indossare le vesti di paziente e comprendo le difficoltà che si provano.

Adesso ho acquisito una mentalità diversa perché ho compreso il metodo corretto e sono pronta a spiegarlo nel dettaglio anche a te che stai leggendo!

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